Arsenio Migliavacca da Trigolo, 1849-1909
Beato
Giuseppe Antonio Migliavacca nasce a Trigolo in provincia di Cremona il 13 giugno 1849. Entra nel seminario diocesano di Cremona nel 1863 e sarà ordinato sacerdote nel 1874. L’anno successivo passa alla Compagnia di Gesù, ma è costretto a lasciarla per ordine dei superiori. Nel 1892 riceve l’incarico dall’arcivescovo di Torino di seguire un gruppo di aspiranti suore: è il nucleo delle Suore di Maria SS.
Consolatrice di cui sarà fondatore, che dal 1898 in poi hanno il noviziato e la Casa madre a Milano. Dopo numerosi imprevisti, padre Migliavacca deve dimettersi dal governo della sua fondazione: entra quindi tra i Cappuccini col nome di padre Arsenio Maria. Ammalato di arteriosclerosi, muore il 10 dicembre 1909 nell’infermeria del convento cappuccino di Bergamo, a 60 anni. Il suo processo di beatificazione si è svolto nella diocesi di Milano dal 3 aprile 1998 al 29 maggio 1999. La sua beatificazione è stata fissata a sabato 7 ottobre 2017, nel Duomo di Milano. I suoi resti mortali riposano nella cappella della Casa madre delle Suore di Maria SS. Consolatrice in via Melchiorre Gioia 51 a Milano.
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Il Beato Arsenio, al secolo Giuseppe Migliavacca, nacque a Trigolo presso Cremona il 13 giugno 1849. Desiderando servire il Signore, ancora fanciullo entrò nel seminario di Cremona. Qui compì l’iter formativo in un clima culturale e politico condizionato dalle poco felici relazioni fra il Regno d’Italia e lo Stato Pontificio. Il 21 marzo 1874 ricevette l’ordinazione sacerdotale. Per il desiderio di dedicarsi completamente a Dio entrò nella Compagnia di Gesù emettendo nel 1888 la Professione solenne a Venezia.
Nel suo servizio apostolico fu stimato da tutti, specialmente dalle comunità religiose femminili che lo avevano come direttore di esercizi spirituali e come accompagnatore nella vita interiore. In questi anni di grande impegno pastorale incontrò Pasqualina Giuseppina Fumagalli, una donna che, dimessa dalle Suore di Notre Dame du Bon Secours, aveva fondato un Istituto religioso chiamato “della Consolata”, aprendo case a Torino e Milano senza ottenere i permessi dai rispettivi Vescovi. Poiché aveva indirizzato due giovani all’Istituto della Fumagalli a Torino, il beato Arsenio fu richiamato dai Superiori e nel marzo del 1892 fu costretto a dimettersi dalla Compagnia di Gesù con l’accusa di “gravi imprudenze”.
Ritornato a Trigolo venne dopo poche settimane richiamato dall’Arcivescovo di Torino, Mons. Giovanni Maria Riccardi, per assumere la cura spirituale dell’Istituto iniziato dalla Fumagalli, fondando di fatto le Suore di Maria SS. Consolatrice ne redasse la Regola e le Costituzioni sull’impronta della spiritualità ignaziana. Nel 1896 il Beato Arsenio trasferì a Milano la Casa Madre e il noviziato dell’Istituto. Il profondo disaccordo tra le suore della sede di Milano e quelle che erano rimaste a Torino indusse l’Arcivescovo di Milano, il Beato Andrea Carlo Ferrari, a rinnovare tutti gli incarichi e i servizi di autorità nell’Istituto. Lo stesso Beato Arsenio fu allontanato e dovette affrontare un nuovo radicale cambiamento nella sua vita.
All’età di cinquantatré anni, dopo aver ottenuto il voto favorevole dei vari Superiori, iniziò, con il nuovo nome di fra Arsenio da Trigolo, il noviziato presso i Frati Minori Cappuccini della Provincia di Milano nel convento di Lovere. Emessi i voti temporanei, fu inviato a Bergamo per guidare nello spirito i giovani studenti cappuccini e curare il Terz’Ordine Francescano. Morì il 10 dicembre 1909.
Sessant’anni di vita, 13 anni passati in famiglia, 12 nel seminario di Cremona, poco più di 1 anno come sacerdote della diocesi di Cremona, 17 anni nella Compagnia di Gesù, altri 10 anni come Superiore di un Istituto femminile pellegrinando da Torino a Milano, e infine 7 anni o poco più come frate cappuccino fra Lovere e Bergamo. Una vita passata da un luogo all’altro cercando sempre di dare maggior gloria a Dio con un servizio fedele, umile e silenzioso. Caratteristiche che colpiscono e lasciano stupiti perché si potrebbe pensare che fosse un’anima incostante o sempre alla ricerca del suo status, del suo sentirsi emozionalmente bene, ma non è così.
Leggendo i suoi scritti si scopre un cristiano che tende alla ricerca della volontà di Dio e di aderirvi, consapevole della propria pochezza e fragilità, mostrando la sua grande fiducia in Dio accogliendo, più che accettare passivamente, i disagi o le incomprensioni. Papa Francesco nella Lettera Apostolica, letta durante rito di beatificazione scrive: il Beato Arsenio “nelle difficoltà e nelle prove subite seguì Cristo povero, umile con totale abbandono e con cuore puro e mite”. Sta qui la sua ricchezza che per noi diventa il suo esempio e il suo insegnamento: ha avuto pazienza, non si è agitato, non ha inoltrato denunce o richieste di risarcimento, ha avuto pazienza consapevole che il Signore stava costruendo la vera virtù e con la virtù la salvezza della sua anima.
La preghiera e la celebrazione eucaristica furono la sua forza per vivere i momenti più difficili avvolgendo nel silenzio e nel perdono sia il male ricevuto che il bene fatto. Mite e docile visse il suo sacerdozio come un grande atto di amore per il Signore e con una straordinaria ansia apostolica per le anime, rendendosi costantemente disponibile al dinamismo della grazia che in lui operò anche attraverso le contrastanti vicende della vita.
Il 7 ottobre 2017, con la celebrazione nel Duomo di Milano, il Beato Arsenio da Trigolo è presentato al popolo di Dio come intercessore e modello indicandoci di seguire Cristo povero e umile e di vivere, esercitando le opere di misericordia, con fedeltà e adesione sincera la propria vocazione e con l’aiuto della grazia di Dio superare con pazienza e lieta semplicità ogni avversità.